A pochi giorni dalla storica sentenza della Corte di Cassazione, che rappresenta un cambio di rotta giurisprudenziale in materia di assegno divorzile, è bene tornare sull’argomento per fare chiarezza. A supporto di tale intenzione, interviene nuovamente la Suprema Corte, che lo scorso 16 maggio, con la sentenza n.12196/2017 ha ribadito la netta distinzione che intercorre tra la separazione e il divorzio dei due coniugi a proposito dell’obbligo di assistenza materiale, e dunque dell’assegno di mantenimento.
Assegno di Mantenimento al di là del tenore di vita: quando?
In particolare, a fronte della richiesta di restituzione dell’assegno di mantenimento corrisposto dall’ex Presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, all’ex moglie durante il tempo della separazione, gli Ermellini hanno giudicato come inammissibile un’istanza tale.
Infatti, la differenza sostanziale risiede nella permanenza del vincolo coniugale che caratterizzala separazione, rispetto al successivo ed eventuale caso del divorzio. Il vincolo matrimoniale è infatti ancora integro, e come tale va osservato, a pena di risultare inadempienti da un punto di vista contrattuale. Tra gli oneri spettanti a ciascun paciscente rientra anche quello all’assistenzamateriale del coniuge, che continua a sussistere per tutta la durata della separazione che, a differenza del divorzio, “non elide anzi presuppone, la permanenza del vincolo coniugale“.
Obbligo di assistenza materiale sussiste nella separazione
Dunque è bene non generalizzare, ampliando l’applicabilità della sentenza di legittimità ancheai casi di separazione. A proposito di applicabilità, un’altra errata generalizzazione in cui la comunicazione di massa è ricaduta è proprio la seguente: la sentenza della Corte di Cassazione, seppur rivoluzionaria in quanto per la prima volta di rottura rispetto ad un orientamento consolidato da decenni, che ha sempre visto il tenore di vitadurante il matrimonio come parametro con il quale valutare e liquidare l’importo dell’assegno di mantenimento; comunque non può costituire uno strumento con il quale estendere il nuovo orientamento indistintamente a tutte le controversie in cui si disciplini un assegno dimantenimento.
Sentenza Corte di Cassazione: come influirà nella prassi giudiziaria?
Escluse sicuramente le cause di separazione, infatti, resta comunque da sottolineare che ciascun giudice di merito sarà legittimato ad uniformarsi o meno al nuovo orientamento diCassazione, valutando il caso concreto presentatogli e senza essere in alcun modo vincolato dalla recente sentenza. Nell’ordinamento italiano di civil law le sentenze della Corte Suprema di Cassazione non fungono da precedente vincolante, ed il giudice è soggetto solo alla legge, unica fonte sulla quale si potrebbe intervenire a scopo di uniformare la materia.
Senza contare, poi, che la sentenza n. 11504/2017 non è stata fornita nemmeno dalla Cassazione a Sezioni Unite, ma dalla Sezione I civile.
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Fonte: www.diritto.it