di Alessandro Raffa
Lecce, Equitalia pignora il libretto postale ad un pensionato che percepisce un assegno di 578 euro: interviene il tribunale.
La notizia è di quelle che farà discutere. Il Tribunale di Lecce ha “salvato” un pensionato che vive, o forse è più appropriato dire “sopravvive“, con 578 euro al mese, alla quale Equitalia aveva pignorato il libretto postale per saldare gli insoluti con l’ente. Un giudice però si è opposto alla decisione, stabilendo che il pignoramento avrebbe violato il cosiddetto “minimo vitale impignorabile”, sancito dalla riforma di un anno fa.
La decisione del Tribunale di Lecce
L’ordinanza del Tribunale ha fermato Equitalia, che aveva avviato un’azione volta al pignoramento del libretto postale dove un pensionato leccese riceve l’assegno mensile dell’Inps, unica sua fonte di reddito, che ammonta a 578 euro, una somma che il giudice ha ritenuto essere il “minimo vitale” stabilito dalla riforma del codice civile con D.L. 83/2015. L’avvocato difensore dell’anziano ha evidenziato come con quella modesta somma, l’uomo debba provvedere anche al pagamento del canone di affitto della casa dove risiede. Il pensionato vive in condizioni modeste, e senza l’assegno non riuscirebbe ad andare avanti.
Come funzionano i pignoramenti
La legge stabilisce che la pensione possa essere pignorata, nella misura massima di un quinto, ma solo nella parte eccedente all’importo dell’assegno sociale, che nel 2015 ammontava a 672,78€, pertanto la pensione di anzianità percepita dall’uomo finito nel mirino di Equitalia, non può essere pignorata. “L’iniziativa appare illegittima e infondata”, ha dichiarato l’avvocato Stefano Gallotta.
L’indignazione dell’Associazione Deciba
L’Associazione Deciba, che da alcuni mesi ha lanciato il progetto Dicie.it, un dipartimento specializzato nell’analisi e nella contestazione di cartelle esattoriali e dei pignoramenti disposti da Equitalia, ha pubblicato la notizia sulla sua pagina Facebook, con un commento al vetriolo. “Un applauso al Giudice che è intervenuto per ripristinare la legalità”, scrivono dall’Associazione, che evidenzia come nonostante la legge introdotta nel 2015, per salvaguardare dai pignoramenti il “minimo vitale” necessario per vivere, Equitalia continua con questo genere di azioni, costringendo i cittadini a ricorrere alla Giustizia. “Evidentemente non si preoccupano di come l’anziano sarebbe dovuto sopravvivere“, conclude il post di Deciba.