Di Debora Alberici
L’assegno di divorzio può essere ridotto nel caso in cui la moglie eredita dei beni dopo la separazione. Non solo. La donna che rinuncia alla carriera per accudire la famiglia non ha necessariamente diritto al contributo. Il giudice è infatti tenuto a prendere in considerazione le disponibilità economiche dei coniugi e il tenore di vita durante il matrimonio.
Lo ha stabilito la Cassazione che, con l’ordinanza n. 11797 di ieri, ha accolto il ricorso di un divorziato che trovava eccessivo versare mille e 100 euro mensili alla ex che, dopo la separazione, aveva ereditato alcuni appartamenti che aveva venduto ricavandone 960mila euro. Ordinando alla Corte di Appello di Milano di rivedere l’entità dell’assegno, la Suprema Corte sottolinea che il riferimento al tenore di vita goduto dalla coppia in costanza di matrimonio – parametro per quantificare l’assegno – «deve desumersi dalle potenzialità economiche dei coniugi, ossia dall’ammontare complessivo dei loro redditi e dalle loro disponibilità patrimoniali e, nella determinazione dell’assegno divorzile, i beni acquisiti per successione ereditaria dopo la separazione, ancorchè non incidenti sulla valutazione del tenore di vita matrimoniale, perchè intervenuta dopo la cessazione della convivenza, possono tuttavia essere presi in considerazione ai fini della valutazione della capacità economica del coniuge onerato». Anche la Procura generale del Palazzaccio ha chiesto al Collegio di legittimità di accogliere il ricorso dell’uomo.
Fonte: www.italiaoggi.it