di Paolo Russo
C’è tempo fino al 21 aprile. Finora hanno aderito oltre 400 mila contribuenti
Si allunga al 21 aprile la corsa per rottamare le cartelle esattoriali. Una sanatoria alla quale hanno aderito già oltre 400mila contribuenti allettati da risparmi che possono arrivare al 50% e oltre, visto che non si pagano ne interessi di mora, ne sanzioni. Ma oltre alla proroga per la presentazione della domanda sono molte le novità comunicate dall’Agenzia delle Entrate. Quindi sarà meglio rifare il punto per decidere se e come aderire.
Cosa si paga
La sanatoria riguarda le cartelle esattoriali di Equitalia, multe comprese, ma anche le notifiche di accertamento dell’Agenzia delle entrate su Irpef, Irap, Ires, contributi previdenziali e Inail, Iva, esclusa quella da import. Si possono rottamare anche le cartelle che avevamo già iniziato a rateizzare, con un massimo di 72 rate, 120 per chi è in difficoltà finanziaria. Non può aderire alla sanatoria chi non è in regola con i pagamenti delle vecchie rate. Aderendo alla rottamazione le rate diventano solo 5. Novità dell’ultim’ora: «Contrariamente a quanto previsto all’inizio si potrà presentare domanda anche se si è deciso di fare ricorso contro una parte delle notifiche, mentre chi ha già in atto un contenzioso può aderire pagando solo un terzo della maggiore imposta. Che gli verrà restituita se vincerà il ricorso», spiega Gianluca Timpone, esperto di fisco tv e titolare dell’omonimo studio tributarista. Equitalia recapiterà inoltre ai contribuenti i ruoli non ancora notificati con tanto di cartella, in modo da poterli comunque rottamare, senza lasciare così sospesi con il fisco a nostra insaputa.
L’ammontare
Su tasse e contributi la rottamazione consentirà di non pagare le sanzioni e i salatissimi interessi di mora, anche se resta l’aggio dovuto ad Equitalia. Ovviamente si deve pagare per intero l’importo relativo a tasse, contributi e multe con l’aggiunta delle spese legali, uno 0,5% che scatta dal mancato versamento della somma dovuta alla data di notifica della cartella esattoriale. Per chi ha avuto una cartella notificata otto anni fa il risparmio si aggira sul 50%, meno quando i mancati versamenti sono più recenti, dicono le simulazioni effettuate dallo studio Timpone.
Quando saldare
Per presentare domanda c’è tempo fino al 21 aprile. Poi entro il 15 giugno Equitalia ci comunicherà gli importi da pagare, che possono essere frammentati in 5 rate. Le prime tre, pari al 70% dell’importo complessivo, si dovranno saldare entro luglio, settembre e novembre del 2017. La quarta rata andrà saldata entro aprile del 2018, l’ultima a settembre dello stesso anno. Sarà comunque Equitalia a inviare a casa i bollettini con importi e scadenze. E attenzione a non saltarne nemmeno una, perché in tal caso si dovrà pagare l’intero importo, comprensivo di sanzioni e interessi di mora, in un’unica soluzione. Altra novità: «Nel momento in cui si presenta domanda sono sospesi i fermi amministrativi, tipo quelli su moto e auto ed anche i pignoramenti sui conti bancari, anche se non è ancora chiaro se questi ultimi restino nella disponibilità del contribuente o rimangano congelati in banca», spiega sempre Timpone. «Riguardo i contributi previdenziali non versati, invece, anziché aspettare di aver terminato i pagamenti, basterà presentare domanda per essere considerati in regola», puntualizza ancora il tributarista.
I versamenti
Per i versamenti ci sono i bollettini. Per presentare ci sono gli sportelli di Equitalia. Per chi è più «smart» c’è la meno faticosa via telematica, iniziando a verificare la propria situazione debitoria nell’area riservata del sito dell’Agenzia di riscossione. Scaricata e compilata la domanda la si può spedire per via telematica con posta certificata o presentarla allo sportello. Magari dopo essersi fatti due conti sulla sostenibilità della rate da pagare.
—
Fonte: www.lastampa.it