Come il protagonista del caso preso in esame dalla Cassazione, rapinato durante una settimana di mare all’interno di una struttura turistica. Colpito con un violento pugno sferratogli dal rapinatore per impossessarsi del suo orologio d’oro, l’uomo aveva incassato dal Tribunale di Campobasso la condanna per il tour operator al versamento di duemila euro quale risarcimento per il furto dell’orologio. Le altre richieste risarcitorie avanzate dall’uomo rapinato erano invece state respinte. Successivamente la Corte di appello di Campobasso aveva accolto tutte le richieste rimaste inevase: 1.500 euro per danno non patrimoniale da vacanza rovinata, mille euro per le lesioni subite, 1.490 euro a titolo di inadempimento contrattuale per il costo della vacanza non goduta, oltre al pagamento delle spese legali.
Senza successo, il tour operator ha sostenuto che le condizioni di scarsa sicurezza all’interno del villaggio non fossero state provate. Ma la Cassazione ha replicato che l’accertamento effettuato dai giudici di merito non può essere messo in discussione e che la scelta sul riconoscimento del danno è in linea con la giurisprudenza di legittimità. Via libera, dunque, al risarcimento del danno non patrimoniale da “vacanza rovinata”, considerata la gravità della lesione riportata dal villeggiante, documentata dal referto medico del Pronto soccorso che accolse il malcapitato villeggiante.
—
Fonte: mobile.ilsole24ore.com