di Simone Casavecchia
Dopo l’approvazione della riforma della riscossione contenuta in uno dei decreti fiscali, diventano più complicate e difficili le procedure per presentare i ricorsi per le cartelle di Equitalia: ecco quali sono le principali novità.
I ricorsi per le cartelle di Equitalia diventano più difficili in seguito alla riforma della riscossione contenuta in uno decreti recentemente emanati dal Governo che vanno ad attuare la delega fiscale.
Lo scopo della riforma della riscossione era proprio quello di ridurre il numero dei ricorsi stessi, sia attraverso un utilizzo maggiore dello strumento della mediazione, sia attraverso dei controlli maggiori sulla fondatezza delle motivazioni.
Ricorsi e mediazione
La procedura di mediazione, finora prevista solo per determinati ricorsi contro l’Agenzia delle Entrate, viene estesa anche agli atti di Equitalia contenenti vizi di forma (errori nelle firme, cartelle senza busta, ecc. ecc.). Tale procedura consentirà a Equitalia un ravvedimento che permetta di evitare la condanna, in seguito a puri errori formali, ossia di irregolarità che per il loro rilevamento non necessitano di accertamenti di carattere giudiziario.
Impugnazione delle cartelle di Equitalia
Il vero scopo della riforma della riscossione è però quello di frenare e diminuire i ricorsi pretestuosi che vengono presentati al solo fine di ottenere l’annullamento della cartella mediante lo strumento del silenzio assenso.
Attraverso una modifica della Legge Finanziaria 2013 (più esattamente una modifica dei commi 537 e 545 della L. 228/2012, relativi, appuntoi alla riscossione) vengono previste le seguenti novità in materia di ricorsi verso le cartelle di Equitalia:
il contribuente non potrà più fare ricorso contro una cartella di Equitalia per cause di esigibilità del credito diverse da quelle espressamente previste dalla normativa, ovvero da prescrizione o decadenza, sgravio emesso dall’ente creditore, sospensione giudiziale o sentenza, pagamento effettuato. In questo modo viene eliminata dalla normativa l’elemento dell’aperta inesigibilità che consentiva di presentare istanze di ricorso a scopo puramente strumentale, ovvero al solo fine di ottenere l’annullamento del ricorso, attraverso la procedura stessa.
Termini per i ricorsi sulle cartelle di Equitalia
Anche i tempi per la presentazione del ricorso vengono rivisti in senso peggiorativo per i contribuenti dal momento che:
- viene soppresso il termine di 60 giorni entro il quale l’ente creditore (Equitalia) era tenuto a rispondere alla dichiarazione del debitore;
- viene soppresso l’annullamento della cartella esattoriale dopo 200 giorni, nei quali Equitalia non aveva presentato risposte al contribuente;
- viene abrogata la facoltà, concessa al contribuente, di ripresentare la dichiarazione con la quale si contesta la cartella;
In base a queste misure, viene semplificato l’iter di risposta alle istanze di ricorso e vengono introdotte misure restrittive per i ricorsi pretestuosi e infondati.
Fonte: www.forexinfo.it