di Nicoletta Moncalero
“Una famiglia che si separa può essere paragonata ad un terremoto dell’ottavo grado, che colpisce grandi e piccoli: difficile dire chi sopravviverà, cosa si salverà e quanto ci vorrà per riparare i danni”. Masal Pas Bagdadi http://www.masalpasbagdadi.com/ psicoterapeuta e scrittrice ricorre a questa immagine per aprire un nuovo dibattito intorno al tema della separazione coniugale. “Desidero lanciare una piccola sfida – spiega –, nella speranza di aprire un dibattito sui contenuti emotivi e psicologici del percorso di separazione, e su quelle che sono le modalità di intervento in vigore fino ad oggi”.
Negli ultimi 5/6 anni le statistiche parlano di un aumento vertiginoso di divorzi; e se a chiedere il divorzio sono di più gli uomini (spesso spinti dalla nuova compagna), la gran parte delle separazioni invece viene avviata dalle donne che più frequentemente chiedono un aiuto di tipo terapeutico.
“L’ideale – suggerisce Pas Bagdadi – sarebbe chiedere aiuto ad un terapeuta prima di procedere a livello legale. Riattivare la comunicazione, consente ai coniugi di osservare i problemi da un’altra angolazione”. Così Masal Pas Bagdadi in “Finché legge non ci separi” (Giunti editore) http://www.giunti.it/libri/salute-e-benessere/finche-legge-non-ci-separi/ inizia con analizzare segnali che anticipano la separazione, evento mai improvviso ma covato a volte anche per anni. Così a provocare la fine di un rapporto ci sono, non solo la mancanza di intimità e complicità nella sfera sessuale, ma anche l’incapacità di tollerare difficoltà momentanee, o la tendenza a proiettare sull’altro desideri, frustrazioni e bisogni di cura. Con l’aiuto della psicoterapeuta abbiamo individuato alcune azioni che possono aiutare a vivere con più serenità questo momento delicato, soprattutto nel caso in cui in famiglia ci siano anche dei bambini.
Fonte: www.huffingtonpost.it