Mancano pochi giorni per i contribuenti per richiedere una nuova dilazione, ma le associazioni chiedono di più.
Il Decreto Legislativo 159 del 2015, quello relativo alla Delega Fiscale, concede ai contribuenti che hanno dei problemi con Equitalia, di richiedere la rateizzazione dei propri debiti. Si tratta di una nuova concessione per coloro che, non riuscendo più a pagare il piano di rientro concordato con l’Ente di riscossione, erano decaduti dal beneficio delle rate. La data ultima per richiedere la nuova rateizzazione scadrà sabato 21 novembre 2015. Molti contribuenti sono interessati da questa nuova possibilità, ma c’è chi la considera solo un contentino.
Nuove rate, come e cosa fare per rientrare del debito
Come abbiamo detto, tutti i contribuenti indebitati che non sono riusciti a pagare Equitalia, nonostante la concessione delle rate, possono ottenerne di nuove. In altri termini, tutti i contribuenti che si sono visti cancellare la possibilità di pagamento a rate dei debiti verso le PA, possono fare di nuovo richiesta. Si tratta dei contribuenti che hanno avuto difficoltà finanziarie tra il 22 ottobre 2013 ed il 21 ottobre 2015. Entro il 21 novembre, utilizzando i modelli scaricabili dal sito ufficiale di Equitalia, i contribuenti potranno richiedere un nuovo piano di dilazione fino a 72 mesi. Naturalmente le rate devono essere sempre di importo non inferiore alle 100 euro mensili. Resta scontato il fatto che alla somma da restituire verranno ricaricate le spese, le sanzioni e gli interessi, tutte cose che fanno passare in secondo piano il beneficio concesso dal Governo.
La Confedercontribuenti scrive al Governo
L’associazione delle imprese e dei contribuenti ha chiesto al Governo di considerare un’altra possibilità oltre a quella della nuova rateizzazione. Secondo la Confedercontribuenti, la nuova possibilità di dilazione è soltanto un palliativo, non risolve i grossi guai che affliggono gli indebitati. Molti contribuenti infatti, secondo le stime dell’associazione, si trovano di fronte a dei debiti che tra interessi, sanzioni, aggi e spese, salgono del 500% rispetto all’entità del debito iniziale. Questo enorme salasso, non può passare inosservato anche se inserito in un nuovo piano di rateizzazione. Anche la riduzione dell’aggio così come apparecchiato dalla nuova normativa è solo un piccolo contentino. Necessario un intervento più radicale, un condono di tutte le spese accessorie al debito pregresso potrebbe far regolarizzare la propria posizione ai contribuenti più facilmente e senza costi eccessivi per le casse pubbliche. Va bene la lotta all’evasione, ma non tutti i contribuenti sono disonesti.
Fonte: it.blastingnews.com