Il presidente del Consiglio Matteo Renzi lo aveva annunciato, e infatti eccoci qua: l’addio a Equitalia sembra essere ormai cosa certa. Entro la fine del 2016 potremmo dover dire addio a Equitalia così come l’abbiamo conosciuta finora e prepararci a dover interagire con un qualcosa di nuovo nell’aspetto e di diverso anche per quel che riguarda il modus operandi.
Equitalia diventa Equientrate: ecco cosa cambia
Al posto di Equitalia dovrebbe nascere un dipartimento interno all’Agenzia delle Entrate stessa che avrà il compito non solo di riscuotere i crediti propri dell’Agenzia, ma anche di farlo per conto di altre amministrazioni pubbliche. Questo nuovo dipartimento, che prenderà il nome in Equientrate, sancirà in via definitiva la fusione di Equitalia con l’Agenzia delle Entrate e funzionerà secondo i dettami previsti dalla legge di Stabilità 2017.
Non è ancora chiaro quanto tempo occorrerà per effettuare questa sorta di “passaggio di consegne” dalla vecchia alla nuova società, ma certo è che con Equientrate qualcosa dovrebbe poter cambiare a favore del contribuente.
La volontà è per esempio quella di ammorbidire l’approccio col soggetto debitore, di introdurre una maggiore flessibilità per quanto attiene il pagamento delle cartelle e di provare persino ad abolire l’aggio. In pratica, con l’abolizione dell’Equitalia ci dovrebbe anche essere la conseguente eliminazione dell’aggio, per cui è possibile che le cartelle esattoriali riporteranno solo ed esclusivamente gli interessi legali (già solo questo cambiamento farebbe sì che con Equientrate le cartelle saranno un po’ più leggere rispetto a quelle pervenute finora).
Da Equitalia a Equientrate: le insidie da risolvere
Rimane tuttavia ancora in vita il problema relativo alla gestione dei dipendenti di Equitalia (8mila in tutto), perché se fino ad ora questi sono stati assunti e contrattualizzati secondo i canoni del lavoro privato, passando alle dipendenze dell’Agenzia delle Entrate diverrebbero di fatto dei dipendenti pubblici. Il problema sta proprio qui, visto e considerato che la Costituzione impone che lo Stato assuma dipendenti solo ed esclusivamente mediante pubblico concorso: che succederà quindi a tutti gli impiegati di Equitalia assunti con chiamata diretta e contrattualizzati secondo i Contratti Collettivi dei bancari? Dovranno forse sottoporsi a un concorso pubblico?
Un altro problema da risolvere, poi, riguarda proprio i tempi. Il passaggio da una società all’altra rischia infatti di lasciare dietro di sé una sorta di “periodo morto”, meglio definito come “periodo intermedio”: il rischio è che a furia di prendere tempo possano scattare le prescrizioni in moltissimi casi ancora aperti! E più prescrizioni ci sono, si sa, tanto più sono i soldi che le casse dello Stato si vedranno costrette a perdere.
Fonte: www.loraquotidiano.it