Di Valerio Stroppa
Uscire dai troppi debiti è possibile senza l’accordo col creditore. Anche se si tratta di pendenze fiscali richieste da Equitalia. È quanto accaduto per esempio in Lombardia a una lavoratrice in cassa integrazione. Il tribunale di Busto Arsizio ha approvato uno dei primi «piani del consumatore» in Italia, il primo con effetti sul piano tributario, consentendo alla contribuente di risolvere definitivamente una situazione debitoria complessa. Rispetto agli 86 mila euro pretesi dalla società che gestisce la riscossione, il giudice ha ritenuto congrua la somma a 11 mila euro (-87%), un importo individuato in base alle attuali possibilità economiche della debitrice. Ha trovato così applicazione una delle possibilità di esdebitazione previste dalla legge n. 3/2012, che ha introdotto la disciplina per la composizione delle crisi da sovrindebitamento, riservata ai soggetti che non possono fallire. Una normativa che nelle ultime ore ha trovato un ulteriore tassello, con la pubblicazione del decreto del ministero della giustizia che fissa i requisiti per l’iscrizione al registro degli organismi per la gestione delle pratiche da sovrindebitamento (si veda ItaliaOggi di ieri e box in alto).
Il caso. La decisione della 2ª sezione civile del tribunale bustocco riguarda un ricorso presentato ai sensi degli articoli 6 e 7 della legge n. 3/2012. Si tratta cioè del «piano del consumatore», che può essere omologato dal tribunale anche senza l’ok dei creditori (a differenza di quanto avviene nel tradizionale accordo di ristrutturazione del debito). Nel caso in esame unico creditore dell’istante era Equitalia Nord, per una cifra di quasi 87 mila euro relativa a tributi dovuti per gli anni 1996 e 1997. Per farvi fronte, però, il patrimonio della contribuente era insufficiente: l’unico bene di proprietà era la quota di 1/6 di un immobile. La proposta (depositata il 10 giugno 2014) prevedeva la vendita della quota ai comproprietari al prezzo di circa 11 mila euro entro il 30 giugno 2014.
Fonte: www.italiaoggi.it