di Michele Re
“Cartella di pagamento” spedita “mediante raccomandata postale”, ma il contribuente sostiene di non avere “mai ricevuto la cartella”.
Come sciogliere il nodo? Certo non richiamando il fatto che “la spedizione era stata effettuata dal concessionario”. Tale elemento, spiegano i giudici della Cassazione, demolendo la visione proposta dalla Commissione tributaria regionale, non rappresenta una “garanzia” assoluta.
Così, resta ancora in piedi la contestazione mossa dal contribuente, il quale ha impugnato “il provvedimento di ‘fermo amministrativo’, relativo ad una vettura ed a un motociclo”, negando, come detto, di “aver mai ricevuto la cartella” cui faceva riferimento il ‘fermo’.
Su questo fronte, in particolare, bisogna ricordare, spiegano i giudici della Cassazione, che “nel caso di notifica della cartella di pagamento mediante l’invio diretto di una busta chiusa raccomandata postale, è onere del mittente il plico raccomandato fornire la dimostrazione del suo esatto contenuto, allorché risulti solo la cartolina di ricevimento ed il destinatario contesti il contenuto della busta medesima”. E, viene aggiunto, tale visione non può subire “eccezioni”, contrariamente a quanto sostenuto in Commissione tributaria regionale, alla luce delle “qualità soggettive del mittente, tenuto, anzi, al rispetto dei principi, di derivazione costituzionale, di collaborazione e buonafede col contribuente”.
Fonte: www.fiscoediritto.it