Non solo figli, casa e assegni di mantenimento. Quando si deve affrontare una separazione o un divorzio, c’è anche questo dilemma da risolvere: a quale degli ex coniugi va affidato il cane, il gatto o l’animale domestico di turno? Se ne sta discutendo in Francia proprio in questi giorni, cercando di chiarire l’argomento a livello legislativo.
Famoso, Oltralpe, è il caso di Aubépine (Biancospino), una Cavalier King Charles che si è ritrovata al centro di una battaglia giudiziaria. Il giudice del tribunale di Alès aveva affidato la bestiola al suo padrone, con una multa di 50 euro al giorno in caso di ritardo nella consegna da parte della padrona.
E’ l’incertezza giuridica sullo status dell’animale a complicare le cose. Secondo qualcuno va considerato un bene materiale, qualcun altro dice che andrebbe applicato lo stesso principio seguito per l’affidamento dei figli.
In genere, se la bestia è stata acquistata prima delle nozze, è logico farla tornare a vivere con il suo proprietario iniziale. Se invece è stata acquistata dai coniugi insieme, la decisione si complica. In genere sono gli ex a trovare l’accordo, almeno su questo aspetto. Ma se così non succede, è il giudice che deve intervenire, guardando al benessere dell’animale.
Al di là del dibattito filosofico, che cosa prevede la legge in Italia? Lo spiega ad Affaritaliani.it Sara Severini, avvocato matrimonialista e autrice della rubrica “Comunione e Separazione”, commentando: “L’animale domestico nel corso della separazione può essere gestito come un figlio”.
Fonte: m.affaritaliani.it